Il giorno 14 maggio, all’interno dei locali della scuola primaria di Ramini, si è tenuto un collegamento a distanza fra gli alunni delle classi quinte, la signora Tina Montinaro, vedova del caposcorta del giudice Giovanni Falcone, e il Magistrato Luigi Boccia. L’incontro è la fase finale di un progetto che è stato attuato nel corso dell’anno scolastico.
La scuola deve promuovere l’acquisizione di una coscienza civile e della legalità, deve far accrescere il senso di legalità e far nascere nelle nuove generazioni comportamenti quotidiani e positivi nel rispetto delle regole della convivenza civile, nella consapevolezza dei propri diritti e doveri. A tal proposito, è stata proposta dal team delle classi quinte della scuola primaria di Ramini, la lettura del libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando. Partendo dalla lettura di questo testo, il team insegnanti e gli alunni delle classi quinte della scuola primaria Ramini di Pistoia hanno realizzato, nel corso dell’intero anno scolastico, un progetto sulla legalità dal titolo “La giustizia… sui banchi di scuola”. L’idea di questo progetto nasce dalla volontà delle insegnanti di far capire l’importanza della legalità, dell’essere giusti con gli altri, già da piccoli, senza ricorrere alla violenza, ma usando l’intelligenza come mezzo di giustizia.Il testo ha come protagonista Giovanni, un bambino palermitano di dieci anni, che per il suo compleanno riceve un regalo molto particolare dal papà: una giornata speciale, un viaggio attraverso la città, per scoprire come mai si chiama proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia di Giovanni Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, le rinunce, e l’epilogo. Il viaggio nella memoria parte quindi da Giovanni Falcone, ma intende allargare i confini per imparare storie di alcune personalità che hanno operato per il rispetto della giustizia (Falcone, Don Puglisi…) per poter dar loro nuova vita attraverso la conoscenza del loro sacrificio da parte dei più giovani. Il progetto vuole essere uno strumento per stimolare la riflessione, la coscienza civica e l’impegno personale nei ragazzi a partire dal racconto e dal ricordo di chi, magistrato, sindacalista, insegnante, poliziotto o semplice cittadino, con semplicità e tenacia ha lasciato un segno nella storia della lotta alla mafia e alle sopraffazioni in generale.
Il libro parla ai bambini affrontando con un linguaggio appropriato, tematiche importanti quali il bullismo e la mafia. Ambientato nel mondo della scuola, la sua narrazione parte da un racconto di un episodio di bullismo fra compagni. Il continuo dialogo che intercorre fra il padre del protagonista e suo figlio, aiuterà quindi il piccolo Giovanni a capire l’importanza di attenersi alle regole di classe, così come a quelle della vita, e l’importanza di denunciare qualsiasi atto contro la legalità e che minacci la sua libertà. Attraverso la lettura del libro, le riflessioni guidate dalle insegnanti e le attività mirate e calendarizzate nel corso dell’anno scolastico hanno permesso di innestare nei bambini una prima consapevolezza riguardo l’importanza di non stare in silenzio dinanzi a qualsiasi azione malsana. Accettare una qualsiasi forma di sopruso, da parte dei bulli, è come autorizzare l’inizio di una forma di mafia. Gli alunni, durante la lettura, si sono appassionati e si sono identificati nel protagonista, Giovanni, che ha trovato poi il coraggio di denunciare l’atto subito di bullismo e, successivamente, ha scoperto il vero significato di amicizia .Durante la fase finale, gli alunni hanno avuto il piacere di conoscere e rivolgere un’intervista alla signora Tina Montinaro e al Magistrato di Giustizia Luigi Boccia. I bambini hanno manifestato la loro curiosità rivolgendo domande inerenti alla tematica della mafia per approfondire ulteriormente l’argomento.
L’entusiasmo degli studenti, nonostante l’incontro non sia stato in presenza a causa dell’emergenza Covid, è andato sempre più crescendo, alimentando la loro consapevolezza riguardo i temi affrontati. Gli stessi alunni hanno definito l’incontro “istruttivo”, hanno compreso “quanto la mafia sia ‘cattiva’ e l’importanza della lotta di coloro che la stanno ancora combattendo.”
Questo evento segna la conclusione di un percorso importante che accompagna gli alunni verso il nuovo ciclo di istruzione. Il desiderio delle insegnanti è quello di lasciare nei bambini un’impronta di cui far tesoro negli anni a venire e per tutta la vita.
Le insegnanti Ferretti Giada, Tartarone Maria Rosaria, Bini Monica, Vallelunga Carmela, Tradii Elisa, Giorgini Martina, Pepe Simona, Bruni Stefania, Palandri Veronica ringraziano la Dirigenza per aver consentito l’attuazione del progetto; ringraziano la signora Tina Montinaro e il Magistrato Luigi Boccia per la loro disponibilità e per l’impegno che mettono in queste iniziative; ringraziano, altresì, gli alunni e i genitori che hanno accolto e supportato il progetto.